#2 Cemetry Gates - The Smiths (1986)

Cemetry Gates l'ho scoperta pochi anni fa grazie a Leo, un amico vegetariano superfan degli Smiths (e non poteva essere altrimenti, Meat is Murder docet) che assomiglia a Morrisey, ma con la camicia di jeans.
Trovo curioso che mi sia venuto in mente di inserirla in lista proprio dopo De Andrè, e altrettanto curioso che io abbia deciso di impararla. Questa canzone è piena di assonanze e consonanze in perfetto stile English poetry, che rendono ad un italiano la pronuncia (e l'imitazione dell'accento!) estremamente difficile. Ma è proprio per questo che mi piace.
Mi piace perché ci sono Keats, Yeats e Wilde, che mi ricordano quando facevo il liceo e arrivava settembre, e aspettavo impaziente che la libreria chiamasse per andare a prendere i libri di letteratura inglese, che ovviamente avevo già sfogliato e letto prima del primo giorno di scuola.
Mi piace perché Morrisey gioca con il titolo (cemetry è un voluto misspelling di cemetery per far tornare i conti con le battute della strofa), perché usa dreaded (temuto) insieme a sunny day (non è così comune temere un giorno di sole) e perché legge le lapidi gravely (che ricorda grave, tomba, engrave, incidere, ma che vuol dire anche seriamente), e in generale perché fa davvero suonare il testo insieme alla musica.
Ascoltare questa canzone mette allegria, a dispetto del titolo e dell'ambientazione, e ti lascia col profumo dell'erba fresca e dei narcisi nel naso, come quando ha appena finito di piovere.

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