#7 On Your Own - Blur (1997)
"On Your Own" è una canzone importante della mia lista. Non è particolarmente bella e forse verso la fine è anche un po' noiosa, ma è la canzone del mio primo giorno in radio.
Era il 9 luglio 2013, un caldo assurdo. Ma comunque io ed Enrica, la mia fidata compagna di prime volte al microfono, avevamo i brividi per la nostra prima registrazione. Era una puntata sulla biologia marina, ma siamo finite a parlare di Di Caprio in "The Beach" per quasi tutto il tempo. E Di Caprio in quel film si trasforma in un videogioco. E mentre gioca a fare l'omino dei videogiochi "On Your Own" gli fa da colonna sonora.
Non me lo dimenticherò mai com'è stato essere lì, imbarazzata per metà dal regista che avevo davanti e per metà all'idea di riascoltare la mia voce, perché a nessuno piace riascoltarsi nelle registrazioni (chissà poi perché).
Mi fa sorridere che la mia canzone della radio si chiami proprio così, la sala di registrazione è un piccolo mondo in cui, dati per scontati regista e compagno di conversazioni, da solo non sei mai. Idealmente, questo è ovvio. Ogni volta che ti metti le cuffie e inizi a parlare sai che non lo fai per te stesso, e le prime volte ti sembra quasi di essere uno di quei personaggi strani dei film, perché sai che parli a qualcuno che non vedi e che non ti sta rispondendo, ma dai per scontato che dall'altra parte quel qualcuno ci sia.
Alla fine quella volta "On Your Own" non l'abbiamo nemmeno passata, non ci stava con il resto, ma ormai ogni volta che penso ai miei momenti in radio questa è la mia canzone. Un po' come quando hai quindici anni e devi dare a tutto una colonna sonora, solo che io ormai quella fase dovrei averla passata. Ma pazienza, me ne farò una ragione.
Era il 9 luglio 2013, un caldo assurdo. Ma comunque io ed Enrica, la mia fidata compagna di prime volte al microfono, avevamo i brividi per la nostra prima registrazione. Era una puntata sulla biologia marina, ma siamo finite a parlare di Di Caprio in "The Beach" per quasi tutto il tempo. E Di Caprio in quel film si trasforma in un videogioco. E mentre gioca a fare l'omino dei videogiochi "On Your Own" gli fa da colonna sonora.
Non me lo dimenticherò mai com'è stato essere lì, imbarazzata per metà dal regista che avevo davanti e per metà all'idea di riascoltare la mia voce, perché a nessuno piace riascoltarsi nelle registrazioni (chissà poi perché).
Mi fa sorridere che la mia canzone della radio si chiami proprio così, la sala di registrazione è un piccolo mondo in cui, dati per scontati regista e compagno di conversazioni, da solo non sei mai. Idealmente, questo è ovvio. Ogni volta che ti metti le cuffie e inizi a parlare sai che non lo fai per te stesso, e le prime volte ti sembra quasi di essere uno di quei personaggi strani dei film, perché sai che parli a qualcuno che non vedi e che non ti sta rispondendo, ma dai per scontato che dall'altra parte quel qualcuno ci sia.
Alla fine quella volta "On Your Own" non l'abbiamo nemmeno passata, non ci stava con il resto, ma ormai ogni volta che penso ai miei momenti in radio questa è la mia canzone. Un po' come quando hai quindici anni e devi dare a tutto una colonna sonora, solo che io ormai quella fase dovrei averla passata. Ma pazienza, me ne farò una ragione.
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