#8 Il treno - Radiofiera (2002)

Padova, 22.59. Il momento giusto per fare un dolce. Sì, anche se l'orario è un po' strano. D'altronde devo trovare un modo per impiegare il tempo mentre aspetto che mio fratello mi chiami per avvisarmi che è arrivato sotto casa. E' andato al concerto dei Modena City Ramblers e non credo che tornerà molto presto.
Ho i Radiofiera in sottofondo, un gruppo non proprio adatto a impastare frolla e spalmare crema, ma ce li ho in testa da ieri. Me li ha fatti ricordare il viaggio in treno verso il mare, tanto atteso quanto sofferto, perché il treno è uno di quei pochi mezzi su cui puoi portarti un libro da leggere (che anche se lo fai in piedi e schiacciata tra altri due passeggeri che ti tengono in equilibrio a ogni frenata ha comunque il suo perché).
Il treno è anche il protagonista della canzone che ho scelto di imparare (che in realtà so già a memoria, ma questo non significa che sto barando perché posso sempre inventarmi una nuova interpretazione) perché è un po' folk, e ammetto che a me il folk piace, e perché nonostante questo riesce ad essere estremamente poetica.
Questo è un brano che racconta cosa succede quando un treno passa sui binari vicino a casa tua, solo che quel quartiere a volte fatiscente non è solo case e ruggine, ma sorride. Ed è vero che ti toglie il respiro, soprattutto quando sei fermo al binario e ti sorpassa l'intercity. Sul momento si alza un po' d'aria, ma quando è passato ti investe quello schiaffo di vento che per un attimo ti lascia in apnea. Ed è quel momento lo stesso che trasforma carte e fogli di giornale in farfalle.
Ma soprattutto è un brano che racconta la libertà (per quante sfumature questa parola possa avere). Avere in testa questa canzone ti ricorda quanto sia bello viaggiare. Ti fa venire voglia di viaggiare. Ti fa quasi amare quel mezzo di trasporto spesso fastidioso per ritardi e inefficienze. Ti fa anche sentire il rumore delle ruote sulle rotaie, se ascolti con attenzione. E magari chiudi gli occhi.


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